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Scritta Non Pago di Leggere - Campagna europea contro ilprestito a pagamento - da un'iniziativa della biblioteca di Cologno Monzese-logo biblioteca-occhio


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I libri? sono patrimonio di tutti

PER IL FONDATORE DI «INTERNET ARCHIVE» E' ORA DI CAMBIARE IL COPYRIGHT. Salvare dall'oblio i libri fuori catalogo e renderli liberamente disponibili agli studenti, ai ricercatori e a chiunque interessato alla loro consultazione. E' questa la nuova missione culturale che si è prefisso Brewster Kahle, il fondatore dell'Internet Archive (un'immensa riserva di libri, film, concerti musicali, software e pagine Web di pubblico dominio su www.archive.org). E per raggiungere il suo scopo, il più famoso «bibliotecario del Web» ha addirittura aperto un contenzioso con il ministro della giustizia degli Stati Uniti John Ashcroft, chiedendo il cambiamento radicale della legge sul diritto d'autore.

Professor Kahle, assieme al collezionista di film Rick Prelinger lei ha intrapreso una battaglia in tutela delle "opere orfane"? Cosa sono?
«Gli "orphan works" sono tutte quelle opere che non hanno una casa, abbandonate, di cui non si riesce a trovare il proprietario. I libri vanno fuori catalogo, gli editori scompaiono e si scopre che gran parte dei testi nelle biblioteche pubbliche non vengono più ristampati. Il nostro obiettivo è quello di renderli accessibili su Internet, esattamente come erano accessibili a noi nelle vecchie biblioteche».

Questo non è possibile?
«No, perché nella maggior parte dei casi non si riesce a risalire a chi detiene i diritti d'autore delle opere. Quindi non le si può rendere di pubblico dominio. Per fare un esempio che mi è molto vicino, alcuni libri scritti da mio nonno sono fuori catalogo da diverse decine di anni, ma io non posso renderli di pubblico dominio perché non so se c'è ancora qualcuno che ne è proprietario. Farne una copia non danneggerebbe nessuno, né da un punto di vista morale né commerciale, perché tanto ormai sono titoli fuori dal mercato. Eppure se io decidessi di metterli a disposizione di tutti su Internet, secondo le leggi attuali verrei considerato un criminale».(...)

La Stampa, 02-11-2004 p.22 testo completowww.archiviostampa.it



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