Percorso di ascolto
Musicisti a cui Kirk (e Tononi) hanno dedicato un tributo

Thomas “Fats” Waller
Charles Mingus
Sidney Bechet
Duke Ellington
Thelonius Monk
Archie Shepp
John Coltrane
Jimi Hendrix
Bob Marley
Stevie Wonder

Thomas “Fats” Waller nasce il 21 maggio 1904 a New York. Indirizzato allo studio della musica classica, impara a suonare oltre al piano, l’organo a canne, di cui è, nel jazz, l’unico maestro.  Waller brucia in fretta le tappe del suo apprendistato di musicista. Fats  fa parte, nella prima metà degli anni Venti, insieme a James P. Johnson e Willie “The Lion “ Smith, del triumvirato dei grandi pianisti di New York. Nel 1927 scrive le canzoni per la rivista “Keep shuffling” e in seguito per “Hot Chocolates”, dove sono presenti brani di successo come “Ain’t misbehaving” e “Black and blue”. In seguito a New York collabora con l’emittente CBS e viene scritturato dalla etichetta discografica Victor. Registra più di quattrocento pezzi. Solo undici, fra questi, sono assoli di piano, mentre gli altri sono canzoni di successo il cui ritornello è cantato da Fats in modo quasi sempre umoristico. Proprio queste sue caratteristiche extra musicali lo rende famoso a livello internazionale, e solo gli addetti ai lavori e gli appassionati di jazz riconoscevano in lui uno straordinario pianista, mentre per il grande pubblico era principalmente uno spassoso clown.  In Inghilterra compone, improvvisando al pianoforte, la “London Suite”, sei pezzi per piano solo dedicati ad altrettanti quartieri della città. Muore il 15 dicembre 1943. L’eredità lasciata da Waller è immensa. Lo stile pianistico di Waller prende le mosse da quello  di James P. Johnson, dal quale, pur distaccandosi in seguito in maniera netta, conserva comunque la caratteristica regolarità del tempo, che in lui raggiunge anzi la perfezione, e la potente scansione ritmica. La sua influenza è notevole, visto che strumentisti di grande rilievo, a loro volta influenti, prendono le mosse da lui per elaborare degli stili personali. Art Tatum, Joe Sullivan, Count Basie, e persino Errol Garner sono fra coloro che riconobbero il loro debito verso il pianista di New York. Altri dovrebbero farlo, perché Fats Waller, al pari di Earl Hines, e parallelamente a lui, fece da trait d’union fra i pionieri del pianoforte jazz e i pianisti moderni.

In Fonoteca
The Indispensable Fats Waller / [Re-issue produced by Jean-Paul Guiter], (BMG, 1994? 4 Cd)
Fats Waller, (Rusconi Editore, 1984 LP) [Contiene : (lato 1) … Squeeze me]

Raccolte
The Old stardust master / Hoagy Carmichael, Louis Armstrong, Fats Waller... [et al.], (Rusconi, 1999)
La Saga dei V-disc / Original Dixieland Jazz Band, Sidney Bechet... [et al.], (Rusconi, 1999)
Harlem / Billie Holiday ; Fats Waller ; Bessie Smith e altri, (Rusconi, 1984 LP)
Le voci del jazz / Bessie Smith ; Louis Armstrong ; Billie Holiday e altri, (Rusconi, 1984 LP)

Tributi
Stephane Grappelli : The gold collection : 40 classic performances / Django Reinhardt, Stephane Grappelli...[et.al.], (Retro, Proper, 1997. - 2 Cd. Brani dal 1934 al 1937)

 


Nato il 22 aprile 1922, Charles Mingus è considerato uno tra i maggiori contrabbassisti e compositori nella storia del jazz. Nel 1940 inizia a muovere i primi passi nella professione. La sua musica si muove sempre a cavallo fra tradizione e avanguardia, alla continua ricerca di nuove espressioni ma ugualmente legata alle radici in cui Mingus ha affondato la sua concezione del jazz: dall’adorato Duke Ellington (tanto che qualcuno lo chiamava Baron Mingus proprio a causa della sua ammirazione per il “Duca”), alla musica della Chiesa nera. I suoi rapporti col Duca non si limitano ad una semplice ispirazione ed ammirazione. Mingus ha spesso eseguito pezzi del repertorio di Ellington, o gli ha dedicato proprie composizioni. La musica di Mingus all’interno della storia del jazz si inserisce come “il perfetto ponte di collegamento tra le due rivoluzioni del jazz moderno ? cioè il bop negli anni Quaranta, e il free negli anni Sessanta”. Fra le sue numerose registrazioni va messo in evidenza l’album “Charles Mingus presents Charles Mingus”, considerato da alcuni critici come il suo miglior lavoro. Nel 1961 registra Hog callin’ blues, in cui compare il giovane e promettente Roland Kirk. Il 1964 può essere considerato il culmine della sua carriera con una rappresentazione molto applaudita di Meditations on integrations eseguita da un complesso di 12 elementi. Segue un’inevitabile e lunga discesa. Scompare dalle scene per anni, per tornare nel 1970, ma senza la vitalità di sempre. Muore nel 1979 lontano ormai da tempo dalle scene musicali.

In Fonoteca
Blues & roots, (Atlantic, 1960)
Mingus plays piano, (ABC Impulse, 1963)
Changes One, (Atlantic, 1975 LP)
Mingus at Monterey, (Fantasy, 1980 2 LP)
Pithecanthropus erectus / produced by Nesuhi Ertegun, (Atlantic, 1981)
Charles Mingus Sextet (Concertgebouw Amsterdam - April 10th 1964) / (Ulysse, 1988 2 Cd)
Charles Mingus, (Rusconi, 1988)
The black saint and the sinner lady, (MCA, 1995)
Mingus ah um / [produced by Teo Macero] (Austria : Columbia, 199?)

Tributi
Reincarnation / Mingus Dynasty, (Soul Note, 1982)

Raccolte
Il contrabbasso nel Jazz, (Rusconi, 1991)
The greatest jazz concert ever, (Prestige, 1975 2 LP)
Black California : Il versante afroamericano del West Coas Jazz / Freddie Hubbard, Eric Dolphy, Ornette Coleman, Charles Mingus e altri ( Rusconi, 1977)

Libri
Peggio di un bastardo / Charles Mingus ; a cura di Claudio Galuzzi, Marcos y Marcos, 1996
(Segnatura 785.42 MIN (54390)

 


Sidney Bechet nasce a New Orleans, nella culla del jazz, nel 1897. Una vita dedicata alla musica, tra clarinetto e soprattutto sassofono soprano, strumento con cui emerge puntualmente, diventando il punto di riferimento per l’intero complesso. Ama piu’ la carriera di solista che la vita vincolata ad un singolo gruppo, anche per potersi sentir libero di viaggiare per i quattro angoli d’America e d’Europa. Tra le sue innumerevoli esperienze emerge il periodo trascorso con i Washingtonians, l’orchestra di Duke Ellington, che diventa subito suo grande ammiratore. Gli anni Cinquanta furono, per il jazz in Europa, il periodo di Sidney Bechet. Grazie a lui le orchestre stile New Orleans si moltiplicano in ogni angolo del vecchio continente, ed anche il sax soprano, fino ad allora quasi ignorato, vede un momento di grande fortuna. Muore nel 1959 lasciando un vuoto nel mondo del jazz, dove la sua vitalità e la sua musica veemente ed aggressiva, continuano a dominare e ad imporsi ormai da anni.

In Fonoteca
Really the blues, (Rusconi, 1997)
Sidney Bechet, (Rusconi, 1986 LP)

Raccolte
La Saga dei V-disc / Original Dixieland Jazz Band, Sidney Bechet... [et al.] (Rusconi, 1999)
Blues Festival 2. / Sidney Bechet, Nat King Cole, Roy Eldridge e altri (De Agostini, 1993)


Il contributo di Duke Ellington al jazz ed alla musica Americana è semplicemente enorme. La sua orchestra, che lui considera il suo strumento principale, è attiva dal 1926 fino al 1974,  stabilendosi tra le migliori cinque, resistendo al passare delle diverse epoche musicali. Come compositore Ellington può essere paragonato per importanza ad artisti quali George Gershwin, Cole Porter e Irving Berlin. Scrive migliaia di brani, tra i quali moltissimi diventano veri e propri classici. Come arrangiatore Ellington è particolarmente innovativo, preferendo plasmare i pezzi sulla personalità dei propri musicisti, piuttosto che limitarsi a creare pensando ad una anonima sezione di fiati. Inoltre non si accontenta di suonare le sue canzoni in maniera sempre uguale, ma preferisce arrangiarle in maniera diversa in ogni occasione; “Mood Indigo” suona diversa a seconda che sia eseguita nel 1933, nel 1955 o nel 1973. In qualità di pianista Duke Ellington  si guadagna il rispetto di mostri sacri quali James P. Johnson, Fats Waller ed anche di colui che rappresenta la sua più grande ispirazione, Willie “The Lion” Smith. A differenza di tutti i suoi contemporanei, Duke è abile nel riuscire a modernizzare il suo stile attraverso gli anni, conservando l’approccio percussivo ma al tempo stesso aprendosi ad un uso più complesso dello strumento. Il suo stile diventa un punto di riferimento per Thelonious Monk e Cecil Taylor.

In Fonoteca
The Great Duke Ellington, (Rusconi, 1991)
Live at the Hurricane (1944) / Duke Ellington and his Orchesta (Rusconi, 1999)
Duke Ellington Live 1958, (Rusconi, 1982 LP) [Contiene: Creole love call]
The Duke Ellington small bands : Back Room, ( CBS, 1988)
Le suites sinfoniche, (Rusconi,, 1984 LP)

Raccolte
Gli anni d'oro della musica americana / Duke Ellington ; Woody Herman ; Count Basie e altri (Fonit Cetra, 1981 LP)
Blues Festival 1. / Woody Herman, Duke Ellington e altri, (Istituto Geografico De Agostini, 1993)
Le favolose big bands / Fletcher Henderson ; Count Basie ; Benny Goodman e altri, (Rusconi, 1982 LP) Registrazioni effettuate tra il 1927 e il 1947
Live in Europa / Duke Ellington ; Ella Fitzgerald (Rusconi, 1994)

Tributi
In honor of Duke / Marcus Robert (Columbia - Sony, 1999)
Valley of life / McCoy Tyner [piano], (Fantasy, 1999)
Duke elegant / Dr. John [pano e voce], (Parlophone - EMI, 1999) Brani dal 1931 al 1959

Libri
Autobiografia / Duke Ellington ; a cura di Edward Kennedy, Il formichiere, 1981
(Segnatura 785.42 ELL )
Duke Ellington : la sua vita la sua musica / James Lincoln Collier ; traduzione di Sofia Mohamed. -  Sperling & Kupfer, 1990
(Segnatura BR 785.42 ELL )


"Con Monk bisogna stare all'erta in ogni momento. Sa creare una tensione ritmica tale da costringere i solisti a "pensare", attaccando una frase dove meno te l'aspetti. Armonicamente è imprevedibile. E soprattutto mi ha insegnato a non avere paura di fare ciò che sento veramente." (Giorgio Gaslini)

In Fonoteca
Straight, no chaser, (Columbia - Legacy, 1996)
Thelonious Monk with John Coltrane, (Original Jazz Classics, 1987)
Thelonius Monk: genius of modern music, (Blue Note, 1989. Registrazioni del 1947-51-52)
Underground, (CBS, 1968)
 Monk/Trane / Thelonious Monk and John Coltrane, (Milestone, 1975 2 LP)
Thelonious Monk, (Prestige, 1973 2 LP)
Thelonious Monk, (Rusconi, 1988 LP)

Raccolte
The Blue Note Story-1939-1950 : The 78 Era / Earl Hines, Art Blakey, Thelonious Monk e altri, (Rusconi, 1992)
Newport Jazz Festival / Thelonious Monk, Gerry Mulligan, Dizzy Gillespie, Sonny Rollins, (Rusconi, 1986 LP)
Piano jazz / Jerry Roll Morton, Earl Hines, Thelonious Monk e altri, (Rusconi, 1981 LP)
The Riverside Story / Thelonious Monk, Sonny Rollins, Chet Baker e altri, (Rusconi, 1994)

Tributi
Gaslini plays Monk / Giorgio Gaslini, Thelonious Monk, (Soul Note, 1981)

Libri
Thelonious Monk. La logica del genio, la solitudine dell'eroe / Giorgio Gaslini, Stampa Alternativa, 1994 (Segnatura 785.42 MON (70951)
Theloniuos Monk himself / Laurent de Wilde, trad.Michele Mannucci, Minimumfax, 1999 (Segnatura 785.42 MON - Biblioteca di Bussero)


Archie Shepp inizia la sua carriera suonando il sassofono in dance band, ma sotto l’influenza di Coltrane si avvicina alle avanguardie del jazz. Dal 1960 al 1962 fa parte del quartetto di Cecil Taylor, ma immediatamente dopo fonda un proprio ensamble. Shepp diventa in breve tempo il portavoce del free jazz, che egli interpreta come un mezzo per esprimere idee politiche. Nel 1967 scrive una commedia: “Junebug Graduates Tonight!”, che ottiene un discreto successo. Negli anni Ottanta rimane attivo facendo tour in Europa, dove registra la maggior parte dei suoi dischi, inclusi una serie di duetti con Max Roach, Horace Parlan, Niels Pedersen e Jasper van’t Hof. Shepp continua a sviluppare ed espandere il suo stile. Se agli inizi i  suoi dischi abbondano di elementi free jazz quali improvvisazioni collettive e atonalità, dal 1960 in poi inizia ad usare potenti poemi evocativi della vita nei ghetti neri. Inserisce riferimenti tratti dalle percussioni africane e compone marce, blues lenti e ballate sentimentali. Semplifica ulteriormente il suo stile nei primi anni Settanta, incorporando nel suo stile riferimenti al bop, ai primi blues e alla musica elettronica.
In Fonoteca
Archie Shepp, (Rusconi, 1996)
On this night, (Impulse, 1969 LP)
Blase, (Affinity, 1980 LP)

Raccolte
Impulse story / Gil Evans, Max Roach, Archie Shepp e altri, (Rusconi, 1995)
 

 



A San Francisco c'è una chiesa al 351 di Divisadero Street. Si chiama Saint John Coltrane African Orthodox Church. Luogo di culto della chiesa Ortodossa Africana che il reverendo Franzo King ha voluto dedicare al verbo di John Coltrane. "Il mio scopo è vivere una vera vita religiosa ed esprimerla attraverso la mia musica" ebbe a dire un giorno Trane. In quella frase c'era la fiammella del "Love Supreme", la liturgia dell'hard bop evocata alla fine degli anni '50 con il quintetto di Miles Davis e definita negli ultimi anni di vita con album spirituali come Acension e Meditation. Coltrane non è stato semplicemente uno dei più grandi sassofonisti di ogni tempo.

In Fonoteca
Giant Steps, (Atlantic, 1960)
A love supreme, (MCA Records, 1964 LP)
Black Pearls, (Prestige, 1974 LP)
Monk/Trane / Thelonious Monk and John Coltrane, (Milestone, 1975 2 LP)
Selflessness : My favorite things, (MCA Records, 1976)
Coltranology Volume One, (Ariston, 1981 LP)
John Coltrane, (Rusconi, 1987 LP)
Thelonious Monk with John Coltrane, (Original Jazz Classics, 1987)
Ballads / John Coltrane Quartet, (Impulse, 1996)
The Complete 1961 Village Vanguard Recordings, (Impulse, 1997 4Cd)

Raccolte
The Prestige Story / Lennie Tristano, Stan Getz, Lee Konitz e altri, (Rusconi, 1992)
I sax tenori del jazz moderno / Lester Young, Stan Getz, Dexter Gordon e altri, (Rusconi, 1986 LP)
Saxophones / Sonny Stitt, John Coltrane, Ornette Coleman e altri, (Atlantic, 1993)

Tributi
Expose / Antonio Farao' Quartet, (Irec : D.D.Q., 1996)
Coltrane's infinity train / Tiziano Tononi, (Rusconi, 1997)
Duets for Trane / Franco D'Andrea e Rosario Giuliani ; [composizioni di:] John Coltrane ; prodotto da Paolo Piangiarelli, (Philology, 1997)
Elusive / Tommy Flanagan [piano], George Mraz, Red Mitchell, Jesper Lundgaard [contrabbassi], (Rusconi, 1998)
L'isola di Bansigu / Bansigu Big Band, [brani di: John Coltrane, Cole Porter...], (Irec : DDQ, 1998)
Valley of life / Tyner McCoy [piano], (Rusconi, 1999)
Trio 99-00 / Pat Metheny [chitarra e prod.], Larry Grenadier [basso], Bill Stewart [batteria]. - Burbank CA : Warner Bros ; [Stati Uniti] : Metheny Group, 2000. - 1 disco sonoro (CD)

Libri
John Coltrane : il jazz e l'America / Dino Fabiani, Gammalibri, 1983
(785.42 COL - Biblioteca Cassina)
John Coltrane : un sax sulle vette e negli abissi dell'io / Marcello Piras, Nuovi equilibri, 1993
(785.42 COL)

 



Jimi Hendrix è considerato a ragione il più grande chitarrista del rock, creatore di uno stile che ha innovato il ruolo tradizionale dello strumento, per la violenza, la rabbia distruttiva, la furia drammatica, strappate alle corde della tastiera elettrica. Nero e indiano Cherokee, diventa una celebrità al Festival di Monterey, nel '67, quando la sua performance - suona anche con i denti - trascina all'entusiasmo la folla di teenager. I suoni duri, acidi, della sua musica, le tinte scure, ossessive, delle sue partiture, l'angoscia di una ricerca senza limiti, si esaltano nello "Star Spangled Banner" di Woodstock. "Are You Experienced?", "I Don't Live Today".

In Fonoteca
In the West, (Polydor, 196-?)
Blues, (PolyGram, 1984)
War heroes, (Polydor, 1993)
Are you experienced, (Experience Hendrix, 1997)
Axis : bold as love, (Experience Hendrix, 1997)
Band of Gypsys, (Experience Hendrix, 1997)
Electric ladyland, (Experience Hendrix, 1997)
First rays of the new rising sun, (Experience Hendrix, 1997)

Raccolte
Woodstock Two / Jimi Hendrix, Jefferson Airplane, Joan Baez, Crosby-Stills-Nash & Young, (Atlantic, 1971 2LP)

Tributi
A tribute to Jimi Hendrix : Stone Free / Cure, Eric Clapton, Spin Doctors e altri, (Reprise Records, 1993)

Video
Experience, (Palace, 1967? - 35 min.)
Jimi Hendrix at Woodstock, (Gravity Limited - BMG, 1992 - 55 min.)
Johnny B. Goode, (Douglas Video Co, 1985 - 26 min.)
Woodstock : director's cut : 25 anniversario, (Warner Home Video, 1994 - 215 min.)

Libri
Jimi Hendrix : tutti i testi con traduzione a fronte con una appendice di 32 testi inediti / a cura di Riccardo Bertoncelli., Giunti, 1996
La grande storia di Jimi Hendrix : tutte le registrazioni di studio, 1963-1970 / John McDermott con Billy Cox e Eddie Kramer, Giunti, 1997 (Segnatura 784.54 HEN  -Bib. Cassina)
Hendrix : passione e morte di un voodoo rocker / David Henderson, Arcana, 1983 (Segnatura 784.54 HEN)
Jimi Hendrix live, Blues Brothers, 1997 (Segnatura 784.54 HEN - BR)
Jimi Hendrix, Arcana, 1989 (Segnatura 784.54 HEN)
Jimi Hendrix : una chitarra per il secolo / Charles Shaar Murray, Feltrinelli, 1992 (Segnatura 784.54 HEN)
Jimi Hendrix : una foschia rosso porpora / Harry Shapiro, Caesar Glebbek, Arcana, 1992 (Segnatura 784.54 HEN)
 

 


Punta di diamante della musica reggea, Bob Marley nasce nel 1945 nel cuore della Giamaica. Nel 1962 pubblica il suo primo disco e l’anno successivo avviene la formazione del suo gruppo, gli Wailers, che con alcune variazioni accompagna Bob per buona parte della sua carriera. La sua musica ha dato voce alla protesta e alla speranza di redenzione di poveri ed oppressi, e per molti resta un simbolo di protesta contro il potere in tutte le sue forme. Nel 1976 scoppia negli Stati Uniti la Reggae-mania. Nello stesso anno l’album Rastaman Vibration ha un successo devastante negli States, ma non è ben accolto in Olanda, perché contiene il brano The war, tratto da un discorso dell’imperatore d’Etiopia. In quello stesso anno Bob subisce un attentato da parte di sei uomini armati, fortunatamente senza gravi conseguenze. Gli anni successivi confermano il successo e il consenso sempre più vasto ottenuto da Bob Marley e dalla sua band, ma non viene mai meno il suo impegno sociale. Nel 1978 organizza il One Love Peace Concert con l’obbiettivo di fare incontrare i leader dei due partiti in lotta nell’isola giamaicana. Qualche mese dopo gli viene assegnata la moneta-medaglia del Terzo Mondo dalle Nazioni Unite. Malato ormai da anni, si rifiuta di curarsi con la medicina occidentale, contraria alla sua fede rasta ed inizialmente si cura solo in maniera naturale.
Morirà nel 1981 nel pieno della carriera.

In Fonoteca
Babylon by bus / Bob Marley & The Wailers (Island, 1978)
Exodus / Bob Marley & the Wailers, (Island, 1977 LP)
Survival / Bob Marley & the Wailers, (Island, 1979 LP)
Jah' love, (KTS, 1993)
Natural Mystic / Bob Marley & the Wailers, (Island Records, 1995)
The Great legend of Reggae, (Delta Music, 1996)

Video
The Legend : The best of Bob Marley / Bob Marley and the Waielrs, (Channel 5, 1986)
Live / Bob Marley & the Wailers, (Blue Mountain Films, 1978)
Time will tell  (Island Visual Arts, 1992)
The Legend : The best of Bob Marley, (Channel 5, 1986)

Libri
Bob Marley & The Wailers : testi con traduzione a fronte / a cura di Massimo Cotto, Arcana, 1991
(Segnatura: 784.7 MAR - BR)
Bob Marley : canzoni di liberta' / di Marco Grompi, Giunti, 1997 (Segnatura 784.7 MAR-BUSS)
Bob Marley : una vita di fuoco / Timothy White, Arcana, 1994  (Segnatura 784.7 MAR - BR)
Reggae Marley , Edizioni Blues Brothers, 1995 (Segnatura 784.7 MAR -  KT)

 


Quando Stevie Wonder inizia ad incidere nel 1962 ha solo undici anni. Nonostante la giovane età, il suo talento risulta subito evidente. In soli due anni Wonder arriva ad essere uno dei più rilevanti artisti dell’etichetta discografica Motown, e registra una serie di brillanti singoli in un periodo di nove anni, gran parte dei quali composti totalmente da lui. Durante questo periodo gli album pubblicati dalla Motown a suo nome sono formati da una serie di pezzi portanti e di semplici riempitivi. Importante è ricordare come Wonder nel corso degli anni sviluppa una sempre maggiore attenzione alle tematiche sociali, andando a reinterpretare canzoni significative da questo punto di vista, come ad esempio “Blowin’ in the wind” di Bob Dylan. Alla fine degli anni sessanta Wonder non solo frequenta assiduamente le classifiche con i suoi dischi, ma anche come autore per molti altri artisti della Motown, tra i quali ricordiamo “It’s a shame” portata al successo dagli Spinners e “The tears of a clown”, scritta insieme a Smokey Robinson.

In Fonoteca
Conversation Peace, (Motown, 1995)
Hotter than July, (Motown, 1980)
In square circle, (Motown, 1985)
Original Musiquarium I, (Motown, 1984)
With a song in my heart, (Motown, 1963 LP)

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Logo della biblioteca: occhio su sfondo neroBiblioteca Civica Cologno Monzese pagina a cura dello staff della fonoteca
redatta il 13/12/2000
 ultima revisione
14/12/2000
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