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PREDRAG
MATVEJEVIC
(Mostar, 1932-)
docente di slavistica all'università di Roma Fra asilo e
esilio: romanzo epistolare
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Fra
asilo e esilio:
romanzo
epistolare
Meltemi, 1998
249 pagine
33.000 lire .
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Per le sue
origini - madre croata, padre russo - e per la sua
cultura cosmopolita, Matvejevic è un protagonista
assoluto del dibattito intellettuale contemporaneo. Della
profondità delle tematiche riesce a svilupparne il lato
più lieve in forma di lettera-diario riferendosi ai
coinvolgimenti politici e culturali di molti scrittori. |
Oltre a
questa testimonianza di vita autobiografica, per
comprendere il viaggio da turista politico compiuto
dall'autore, diventa fondamentale la lettura del mondo
che viene abbozzata in Mediterraneo |
"Taskent,
28 settembre 1976
Di nuovo con Sanguineti, mi sento stanco e assonnato.
Continuo a verificare come diversamente guardiamo le
cose, senza però sentire il bisogno di far cambiare idea
all'interlocutore. Provo simpatia per lui, è del tutto
privo della vanità tipica degli scrittori, che trovo
insopportabile. Capisco la sua scelta, avrei fatto la
stessa cosa se fossi vissuto in Italia o in Europa
occidentale. Edoardo rimane sorpreso quando gli dico che
mi considero uno di sinistra e che a Zagabria, e
specialmente in Russia, i miei amici si rammaricano che
io sia di sinistra. Mi risponde: "Tu sei onesto, ma
non sei di sinistra". La storia, tra l'altro, ha
confuso i concetti di sinistra e di destra all'Est,
nell'Altra Europa" (pag. 82) |
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Limes:
dopo la guerra
n. 2/1999 giugno 1999 |
Con grande
tempestività la rivista di geopolitica
"Limes", che alla guerra jugoslava aveva
dedicato il numero precedente, affronta l'argomento del
dopoguerra e delle sue gravi incognite. A "che cosa
leggere sulla guerra e contro la guerra" dedica
alcuni interessanti articoli anche la rivista delle
librerie Feltrinelli, "Effe". |
La
tempestività in forma di rivista con tutte le
caratteristiche della monografia. |
"Quale
bilancio provvisorio si può trarre dalla guerra assurda
e tragica tra la piccola jugoslavia di 10 milioni di
abitanti e i 19 paesi ricchi appartenenti alla famiglia
bellica della Nato? Niente è stato risolto con questa
guerra. A meno che non si accetti il fatto che tutti
quanti sono perdenti"
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VLADIMIR
JOKANOVIC
nato in Croazia ora vive in Slovenia |
Non
è la mia guerra
Guanda, 1999
234 pagine
28.000 lire
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La guerra che
si racconta è quella interetnica del 1991, ma se ne
sentono le ripercussioni attuali nel ventenne
protagonista di origine per metà serbo e per metà
croato. La quotidianità è quella di un gruppo giovanile
con le abitudini consuete dell'età, eppure non è stato
detto loro tutto... |
Da leggere
ancora e sempre per cercare di capire districando questo
ingarbugliato mistero di violenze e lacerazioni. |
"Era
ora che Billy si levasse dalle palle la naia. Era
l'ultimo martedì di giugno 1991. Doveva arrivare da
Lubiana via Zagabria con il solito treno stile vecchio
West, il più economico, che puzzava di cipolla, grappa e
piscio fino all'ultimo bullone e che oltretutto, era
regolarmente in ritardo di almeno una mezz'ora. Greg e
Luka si imbucarono nell'ombra salvifica del buffet
deserto della stazione." (pag. 5) |
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CARLO
MUSCETTA
(Avellino, 1912-)
critico letterario |
Pace
e guerra nella poesia contemporanea: da
Alfonso Gatto a Umberto Saba
Bonacci, 1984
137 pagine
18.00 lire |
Da Alfonso
Gatto al Diario in Algeria di Vittorio Sereni,
aggiungendo uno sguardo a Rocco Scotellaro, più uno di
riguardo all'amico Umberto Saba. Si compone così questa
raccolta di saggi e articoli che il curatore dice di aver
occasionalmente annotato nell'arco di un quarantennio. |
E'
un'antologia che si può leggere anche come studio
critico. |
dalla
prefazione:
"E ho ripensato alle parole che concludono un grande
libro di Stefan Zweig, Il mondo di ieri: "Ma ogni
ombra in fondo è anche figlia della luce, e solo chi ha
potuto sperimentare tenebra e chiarità, guerra e pace,
ascesa e decadenza, può dire di avere veramente
vissuto". (...) A tutti coloro che con animo giovane
si battono con tutte le armi delle loro ragioni contro la
guerra, voglio sia dedicato questo libro." (p.
5)
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M
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CLAUDIO
MAGRIS
(Trieste, 1939-)
docente di letteratura tedesca all'Università di
Trieste; collabora a quotidiani e riviste. |
Utopia
e disincanto: storie, speranze, illusioni del moderno:
saggi 1974-1998
Garzanti, 1999
326 pagine
32.000 lire |
Raccolta di
brevi saggi e di articoli giornalistici che abbraccia una
produzione ventennale di itinerari letterari e
filosofici. Tra quelli cari all'autore possiamo
individuare i temi dell'identità, del concetto di
frontiera, le forti passioni per gli scrittori, ma anche
curiosità e avventure bizzarre. |
Si respira
meglio e si vede più lontano dopo la lettura di questi
saggi di Magris. Ognuno di essi offre e aggiunge qualcosa
di nuovo alla nostra esperienza e riflessione. |
"La
fine e l'inizio del millennio hanno bisogno di utopia
unita a disincanto. Il destino di ogni uomo, e della
Storia stessa, assomiglia a quello di Mosè, che non
raggiunse la Terra Promessa, ma non smise di camminare
nella sua direzione. Utopia significa non arrendersi alle
cose così come sono e lottare per le cose così come
dovrebbero essere; sapere che il mondo, come dice un
verso di Brecht, ha bisogno di essere cambiato e
riscattato." (pag. 11) |