Cinque libri in una mano
MAGGIO 1998
segnalazioni di lettura che
appaiono sul periodico mensile dell'amministrazione comunale
"Qui Cologno". Nelle pagine riservate alla biblioteca
viene proposta una griglia che accenna ad un percorso di trama,
si rivolge ad un ipotetico lettore ed estrapola una citazione di
riferimento negli stralci.
LIBRO POLLICE il libro sicuro, garantito dalla storia della
letteratura, un classico
LIBRO INDICE segnala una disciplina, è sempre
un libro di saggistica
LIBRO MEDIO il libro che non si sbilancia
LIBRO ANULARE è il libro fedele, quello che
lega, quasi sempre testo poetico
LIBRO MIGNOLO raccolta di racconti o romanzo
breve
Il filo conduttore dei cinque libri in una
mano è rappresentato dalla figura del giramondo,
del perdigiorno: da Giufà,
personaggio ricorrente nelle fiabe della tradizione mediterranea,
al fannullone di Eichendorff, ai bighelloni di Hamsun ai
vagabondi di Walser, la lista è lunga e infarcita di
passeggiate, di scorribande, di divagazioni. E' un ozio che è
padre non di vizi, ma di pensieri e che ci lascia spesso
soprappensiero.
Autore |
Titolo |
Colore |
Interessa a... |
Stralci |
|
P
O L L I C E |
IVAN
ALEKSANDROVIC GONCIAROV (Simbirsk 1812 - Pietroburgo 1891) importante scrittore della scuola realistica russa che ha pubblicato solo tre testi |
Oblomov prefazione e traduzione di Ettore Lo Gatto Einaudi, 1979 |
Oblomov è un uomo di 33 anni che trascorre a Pietroburgo un'esistenza apatica: tra tutto quello che non fa sdraiato sul letto, sogna e fantastica sul futuro. Interviene l'amore baluginando un po' e inevitabilmente si dissolve come si confondono le amicizie. | Il termine oblomovismo è entrato nell'uso comune opponendosi ai concetti di attivismo e movimento; le radici sono legate ai complessi meccanismi di inserimento della società russa. | "Soprattutto, tutto ciò avveniva tranquillamente: egli non sentiva oppressione dalla parte del cuore, non si agitava al pensiero se avrebbe o non avrebbe visto la padrona di casa, cosa essa avrebbe pensato, cosa le avrebbe detto, come avrebbe risposto alle sue domande, come essa lo avrebbe guardato: niente, niente di tutto ciò! Pena, notti insonni, lacrime dolci e amare non rientravano nella sua esperienza. Stava seduto, fumando, a guardarla cucire, talora in silenzio, talora pronunciando qualche parola, e intanto si sentiva tranquillo, non aveva bisogno di nulla, nessun desiderio di recarsi altrove, come se lì avesse tutto." (pag. 488) |
I
N D I C E |
WALTER
BENJAMIN (Berlino 1892- Port Bou 1940) filosofo e critico letterario tedesco, autore di opere fondamentali per la comprensione del pensiero del Novecento |
Il
viaggiatore solitario e il flâneur. Saggio su Bachofen il melangolo, 1998 |
Negli anni in cui Benjamin lavora a questo saggio, era in pieno sviluppo la "Bachofen-Renaissance", ossia la riscoperta, talvolta un po' interessata e ideologica, dell'opera dello studioso svizzero. In realtà la biografia culturale di Bachofen è per Benjamin l'occasione "per dire le cose che ci stanno più a cuore" e per tracciare le lionee del proprio autoritratto intellettuale. | Bachofen è, come Goethe, come Benjamin, un "viaggiatore solitario", che percorre sentieri fuori mano in nome di un "superiore dilettantismo". Ma Bachofen rappresenta anche, come Baudelaire, come Benjamin, l'ultima incarnazione del flâneur, di colui che si aggira tra la folla, passeggia e osserva. | "Chi cammina a lungo per le strade senza meta viene colto da un'ebbrezza. Ad ogni passo l'andatura acquista una forza crescente; la seduzione dei negozi, dei bistros, delle donne sorridenti diminuisce sempre di più e sempre più irresistibile si fa, invece, il magnetismo del prossimo angolo di strada, di una macchia lontana di foglie..." (da Il flâneur in Parigi, capitale del XX secolo, Torino, Einaudi, 1986) |
M
E D I O |
MIGUEL DE
UNAMUNO (Bilbao 1864 - Salamanca 1936) scrittore e filosofo che ha intensamente partecipato alla storia politica del suo paese. |
Nebbia introduzione di Franco Marcoaldi traduzione di Stefano Tummolini Fazi,1997 |
Si è nella storia fin dalla prima pagina quando il nostro protagonista Augusto Perez segue una fanciulla con la quale vorrà sposarsi. Fitto di dialoghi e spoglio di descrizioni questo romanzo dal tono serio e giocoso abbraccia i sentimenti dell'amore e dei capricciosi rapporti sociali come fuoriuscito da un sogno nebuloso. | E' un'interessante e curiosa lettura anche per il finale di questo metaromanzo - pubblicato nel 1914 - chiamato nivola, deformazione della parola spagnola novela (romanzo) per i giochi di scrittura tra autore e lettore. La vita del personaggio si incontra con quella dell'autore: tra realtà e apparenza il confine labile della letteratura e della vita. | "Ma che ci fa laggiù quel ragazzino", si diceva Augusto, che più che pensare parlava da solo, "sdraiato bocconi per terra? Di sicuro sta guardando una formica! La formica, bah! Uno degli animali più ipocriti! E' buona solo a passeggiare in lungo e in largo, per farci credere di aver tanto da fare! Come quel vagabondo laggiù, che si fa strada a gomitate tra la folla camminando in fretta e in furia, mentre sono sicuro che non ha un bel niente da fare. E che mai dovrebbe avere da fare, dico io, che mai dovrebbe avere da fare! E' solo un fannullone! La mia immaginazione non riposa mai. I veri fannulloni sono loro, quelli che dicono di lavorare mentre non fanno altro che stordirsi e soffocare i pensieri. (pag. 4) |
A
N U L A R E |
EMILY
DICKINSON (Amherst, Massachussetts, 1830-1886) poetessa che trascorse l'intera vita chiusa nella propria stanza nella casa paterna lasciando alla sua morte millesettecentosettantacinque poesie e quasi altrettante lettere. |
Silenzi a cura di Barbara Lanati |
Il vagabondaggio di Emily Dickinson si svolge tra quattro pareti, nel silenzio di una stanza in cui un'intera esistenza si consuma nella lettura e nella fantasticheria. Ma non è per questo meno intenso e meno ricco di passioni e avventure. Lo testimoniano queste poesie, vibranti di gioie e dolori, di toni e semitoni raffinatamente sensuali. | "Se non avessi mai visto il sole avrei sopportato l'ombra": la poesia di Emily Dickinson non ha affatto i toni della rinuncia, della mesta rassegnazione, come erroneamente è stato ritenuto, ma ad ogni verso stilla vita, vitalità, inquietudine. | Io canto
per consumare l'attesa - Allacciare la cuffia, chiudere la porta di casa, non mi resta nient'altro da fare, fin quando, all'avvicinarsi del suo passo finale viaggeremo verso il Giorno raccontandoci di come abbiamo cantato per tenere lontana la Notte. (1864) (pag. 131) |
M
I G N O L O |
JOSEPH VON
EICHENDORFF (Lubowitz 1788 - Neisse 1857) uno dei maggiori esponenti del secondo romanticismo tedesco è stato prevalentemente un poeta. |
Storia
di un fannullone nota introduttiva di Cesare Cases traduzione di Ugo Natoli |
Cacciato perché fannullone, un giovane figlio di mugnaio si apre alla vita scoprendosi attraverso la musica, il viaggio e l'amore. Una serie di avventure trasformano il racconto di iniziazione alla vita in una vera fiaba in costume dell'Ottocento di grande intuizione poetica. Nel cerchio che si chiude felicemente il titolo rimane un punto di partenza quasi un pretesto. | Per un viaggio a tavolino: lo sfondo di questo abbandono fanciullesco ai sentimenti è un proliferare di boschi e di prati, canti di uccelli e colori dei fiori, stagioni calde e tramonti rassicuranti. | "Per
via appresi che ero a poche miglia da Roma. Feci salti di
gioia. Della splendida Roma sin da bambino, avevo sentito
raccontare storie straordinarie, e, quando me ne stavo
disteso sull'erba nei silenziosi pomeriggi domenicali, mi
immaginavo Roma come le nuvole che passavano sopra di me,
tra monti meravigliosi e abissi scoscesi sul mare
azzurro, ricca di porte d'oro e di alte torri
scintillanti, sulle quali cantavano angeli avvolti in
aurei manti." (pag. 67) |
pagina a cura di Luisa Vezzani | redatta il 30/04/98 | ultimo aggiornamento 13/10/1999 |
![]() |