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"Condanna" della Ministra alla Cultura Carmen Calvo
Da El Cultural
Sala Segunda de lo ministerial
Han sido vistas las diligencias seguidas contra Doña Carmen Calvo y ha sido probado y así se declara como:
HECHOS PROBADOS
1.- Que Dª. Carmen finalmente se ha rendido ante la Unión Europea y ha incluido el canon por préstamo para las bibliotecas públicas. Que por tanto las bibliotecas públicas deberán abonar 20 céntimos adicionales por cada ejemplar que compren. Se calcula que esto supondrá un gasto de 1.400.000 euros anuales. Ítem más: que dicha cantidad se repartirá entre autores (70%) y editores (30%).
2.-Que Dª. Carmen ha dicho que "en ningún caso se le cargará al ciudadano a través de las bibliotecas públicas dicho canon porque lo pagará, si no hay otra alternativa, el propio Ministerio". Ítem plus: que el coste del canon finalmente lo asumirán el Ministerio de Cultura y las Comunidades, pero insiste en que no lo pagará el ciudadano, de lo que debe concluirse que el Ministerio de Cultura y las Comunidades tienen fuentes de financiación secretas (acaso turbias) a través de las cuales obtienen ingresos que no proceden "en ningún caso" de los contribuyentes.
3.-Que, si bien dicho canon pretende proteger los derechos de los autores, más de cien escritores han expresado públicamente su rechazo al canon por préstamo bibliotecario, entre ellos: Juan Madrid, Belén Gopegui, Mateo Díez, Rosa Regás, Isaac Rosa, Maruja Torres, Martín Garzo, etc.
FUNDAMENTOS DE DERECHO
Los hechos probados son constitutivos del delito de maquinación para impedir la lectura. Las bibliotecas adquieren libros y, al hacerlo, ya satisfacen los correspondientes derechos de autor. Este canon añadido graba, por tanto, el préstamo. Es decir, penaliza la posibilidad de que un libro tenga varios lectores, que es precisamente el único objetivo y la verdadera razón de ser de las bibliotecas. Ningún autor en su sano juicio pretende cobrar derechos si un mismo libro lo lee más de una persona o incluso si una misma persona lo lee dos veces, y todos los escritores reconocen la decisiva importancia de las bibliotecas públicas para promover la lectura y elevar el nivel cultural de una sociedad. El canon por préstamo es un indudable ataque frontal a la cultura y al interés público, en beneficio de la codicia mercantilista y el lucro privado que caracterizan el espíritu de la Unión Europea. En lugar de promover el uso público y compartido de los libros y la multiplicación del número de lectores de cada libro, el canon penaliza el libre acceso al patrimonio cultural y lesiona gravemente los intereses de los autores y de los lectores. El asombroso convencimiento de Dª. Carmen de que el dinero del Ministerio no es dinero de los ciudadanos roza también lo delictivo: ¿habrá creído acaso que es suyo? ¿Lo obtiene el Ministerio de donantes anónimos o de inconfesables negocios que lleva a cabo? ¿Lo transfieren con generosidad ciudadanos de otros países? Las consecuencias de esta medida, por otra parte, deteriorarán más si cabe la red bibliotecaria española, ya que se dispondrá de menos presupuesto para la adquisición de libros y es más que probable que perjudique a los autores menos comerciales, toda vez que la política de compras de las bibliotecas tenderá a preferir los libros de mayor circulación. Si parece razonable que haya que pagar para adquirir un libro, resulta en cambio desorbitado que se imponga un canon, como si fuera una sanción o una multa, por el simple hecho de leer un libro de una biblioteca pública. ¿Habrá que pagar también por tararear una canción en la ducha? ¿Por recitarle un poema a tu novia de un libro que ella no ha comprado? ¿Por leer en el autobús por encima del hombro de otro pasajero? ¿Hasta dónde pretenden llegar?
ACUERDO
Que debo condenar y condeno a Dª. Carmen Calvo, como autora de un delito de maquinación para impedir la lectura, a la pena de cambiar una preposición en el nombre de su Ministerio, que pasará a llamarse Ministerio contra la Cultura; con la pena accesoria de declarar públicamente cada semana los libros (también valen tebeos) que hubiere leído, aportando un resumen y valoración de los mismos redactado por ella misma ante testigos. Otrosí: dichos documentos se publicarán en las más prestigiosas revistas humorísticas de la nación.
Así lo pronuncio, mando y firmo
REIG, Rafael
"Condanna"
della Ministra alla Cultura Carmen Calvo
Da El Cultural
Seconda Sala ministeriale
Si è preso
atto di procedimenti aperti contro la
Sig.ra Carmen Calvo e si approva
e si dichiara quanto segue:
FATTI PROVATI
1.- Che la Ministra Carmen Calvo alla fine si è arresa davanti all'Unione Europea e
ha incluso il canone sul prestito per le biblioteche pubbliche. Che
pertanto le biblioteche pubbliche dovranno abbonare 20 centesimi addizionali
per ogni esemplare che acquistano. Si calcola che questo supporrà una
spesa di 1.400.000 euro annuali. Ulteriore questione: suddetta quantità
verrà ripartita tra gli autori (70%) e gli editori (30%).
2.- Che la
Ministra Carmen Calvo ha detto: "in nessun caso il suddetto canone verrà
fatto gravare sul cittadino attraverso le biblioteche pubbliche perché
verrà pagato, se non ci sarà altra alternativa, dallo stesso Ministero".
Ulteriore questione: che se il costo del canone verrà sostenuto dal
Ministero della Cultura e dalle Comunità e non dal cittadino, bisogna
dedurne che il Ministero della Cultura e le Comunità hanno fonti di
finanziamenti segrete (forse torbide) attraverso le quali ottengono
entrate che non provengono "in nessun caso" dai contribuenti.
3.-
Che, sebbene il suddetto canone pretende di proteggere i diritti degli
autori, più di cento scrittori hanno pubblicamente espresso il loro
rifiuto nei confronti del canone sul prestito bibliotecario, tra di
loro: Juan Madrid, Belén Gopegui, Mateo Díez, Rosa Regás, Isaac Rosa,
Maruja Torres, Martín Garzo, etc.
FONDAMENTI
DI DIRITTO
Gli atti approvati
sono costitutivi del delitto di macchinazione al fine di impedire la
lettura. Le biblioteche acquisiscono libri e, nel farlo, già soddisfano
i corrispondenti diritti degli autori. Questo canone aggiunto grava,
pertanto, il prestito. Vale a dire, penalizza la possibilità che un
libro abbia vari lettori, il che rappresenta precisamente l'unico
obbiettivo e la reale ragion d'essere delle biblioteche. Nessun autore
nel pieno delle sue facoltà pretende di ottenere diritti se uno stesso
libro viene letto da più di una persona o anche se una stessa persona
lo legge due volte, e tutti gli scrittori riconoscono l'importanza
decisiva delle biblioteche pubbliche nella promozione della lettura
e nell'elevazione del livello culturale di una società. Il canone
sul prestito è un indubbio attacco frontale alla cultura e all'interesse
pubblico, a beneficio dell'avidità mercantilistica e il lucro privato
che caratterizzano lo spirito dell'Unione Europea. Invece di promuovere
l'utilizzo pubblico e condiviso dei libri e la moltiplicazione del
numero di lettori di ogni libro, il canone penalizza il libero accesso
al patrimonio culturale e lesiona gravemente gli interessi degli
autori e degli scrittori. La convinzione piena di ombre della Ministra Calvo che il denaro del Ministero non è denaro dei cittadini rasenta
addirittura il delittuoso: avrà forse creduto che è suo? Il Ministero
lo ottiene da donatori anonimi o da affari inconfessabili che ha realizzato?
Lo trasferiscono con generosità cittadini di altre nazioni? Le conseguenze
di questa misura, d'altra parte, continueranno a peggiorare, se possibile,
la rete bibliotecaria spagnola, giacché si disporrà di un budget minore
per l'acquisto di libri ed è più che probabile che verranno pregiudicati
gli autori meno commerciali, ogniqualvolta la politica d'acquisto
delle biblioteche avrà la tendenza a preferire i libri di maggior circolazione.
Se appare ragionevole dover pagare per l'acquisto di un libro, al
contrario risulta eccessivo che venga imposto un canone, come fosse
una sanzione o una multa, per il semplice fatto di leggere un libro
di una biblioteca pubblica. Si dovrà pagare anche per fischiettare
una canzone sotto la doccia? Per recitare alla propria fidanzata una
poesia tratta da un libro che lei non ha comprato? Per leggere al di
sopra della spalla di un altro passeggero sull'autobus? Fino a che
punto pretendono di spingersi?
SI DISPONE
Che devo condannare
e condanno la Ministra Carmen Calvo, come autrice di un delitto di macchinazione
al fine di impedire la lettura, alla pena di modificare una preposizione
nel nome del suo Ministero, il cui nome cambierà in Ministero contro
la Cultura; con la pena accessoria di dichiarare pubblicamente ogni
settimana i libri (vale anche per i fumetti) che avrà letto, accompagnandoli
con un riassunto e una valutazione redatti dalla Sig.ra in persona davanti
a testimoni. Inoltre: suddetti documenti verranno pubblicati nelle più
prestigiose riviste umoristiche della nazione.
Così mi pronuncio,
ordino e firmo
REIG, Rafael
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