Logo dell'iniziativa contro il prestito a pagamento - Divieto d'accesso con scritta Non Pago di Leggere - disegno

Scritta Non Pago di Leggere - Campagna europea contro ilprestito a pagamento - da un'iniziativa della biblioteca di Cologno Monzese-logo biblioteca-occhio


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Che cosa sta succedendo in Spagna
ultimo aggiornamento: 23 luglio 2008

LUGLIO 2008 A Madrid, sulla stazione di Atocha campeggia il logo della Campagna no al prestamo de pago en biblioteca! stazione atocha con cartello con scritta no al prestamo de pago

23 aprile 2008. - Unesco. Giornata Mondiale del libro e del diritto d'autore
Comunicato della Plataforma Contra el Préstamo de Pago en Biblioteca





23 aprile 2007 Centinaia di bibliotecari e lettori "abbracciano" la Biblioteca Nazionale, in segno di appoggio, protezione della biblioteca e rifiuto del prestito a pagamento.

Il video dell'iniziativa [sul sito di El mundo].

Alcune foto dell'abrazo

A destra: un manifestante legge il testo di
Sampedro, Por la lectura


Un gruppo di studenti universitari membri del GAS (Grupo de Activismo Social) di Attac Spagna interrompe la "lettura continuata" del Quijote in occasione della Giornata mondiale del libro, alla presenza di Zapatero e della Ministra alla Cultura, dichiarando: "E' un atto di pirateria chiedere soldi per il prestito di un libro. I libri vivono nelle biblioteche. Conserviamole". La cerimonia si tiene al Circolo delle Belle Arti di Madrid ed è stata iniziata con la celebre frase "En un lugar de La Mancha..." dal poeta Premio Cervantes 2006, Antonio Gamoneda.

Il video della protesta, intervista alla Ministra Calvo, i servizi apparsi nei tg della sera.

protesta Il testo integrale in lingua originale del comunicato letto dagli studenti.

"Disculpen, damas y caballeros, pero interrumpimos este acto tan significativo del día Internacional del Libro para hacer un llamamiento a la ciudadanía y reivindicar los derechos del lector.
En nombre de los mal llamados derechos de propiedad intelectual se está llevando a cabo el mayor ataque a nuestros derechos como ciudadanos, de acceder a la lectura y a la cultura.
La implantación del préstamo de pago en bibliotecas supone considerar a las bibliotecas como entidades comerciales y no como instituciones culturales necesarias para el desarrollo de los ciudadanos y el ejercicio del derecho a la educación, la información y la lectura que reconoce la Constitución Española.

Prestar un libro no es un ataque contra los derechos de autor, sino un acto para preservar la herencia cultural de una sociedad. Se trata de un fondo donde la cultura de una civilización descansa a salvo de las fuerzas del mercado. Acto honroso del cual muchos autores y lectores se enorgulleces y que ha sido manifestado por diversas entidades y personalidades en toda Europa.
Pretender cobrar cada vez que se preste un libro es un acto de piratería, además de un ataque a nuestra cultura.
Las bibliotecas, todas las bibliotecas, son los únicos lugares donde los libros existen de verdad, viven de verdad. Conservémoslas, por favor".


il premier zapatero legge
Tutti gli aggiornamenti da Google News.

30 marzo 2007: Il Congresso approva a maggioranza l'introduzione del prestito a pagamento, fissando il "canone" in 0,20 euro per libro acquistato dalle biblioteche (70 per cento agli autori, 30 per cento
agli editori).

La notizia diffusa da "la Cuatro".

La "Plataforma contra el préstamo de pago" prosegue le iniziative di protesta, pone
cinque semplici domande sulla gestione della legge, e lancia una nuova raccolta di firme e altre inziative contro la direttiva.

Si legga inoltre la simbolica condanna inflitta da Rafael Reig alla Ministra alla Cultura Carmen Calvo, riconosciuta colpevole di "lesa lettura": dovrà cambiare il suo nome in Ministra contro la Cultura.

Per saperne di più puoi leggere Google News España.

Gli articoli più recenti sulla protesta: Europa, che bocca grande hai e El canonazo dello scrittore Fernando Peña Charlón.

SiGAIE SiGAnIE SiGAnmE (Canon a Bibliotecas)" canción sul canone dal sito www.musicalibre.es

manifestanti con striscione
Domenica 18 marzo 2007.
Le pagine de "El Pais" dedicate alla protesta: prima [.pdf] e seconda [.pdf].


Dopo la condanna della Spagna da parte della Corte di giustizia europea, non sono mancate le reazioni del mondo bibliotecario e non solo. FESABID, una delle principali associazioni di categoria, ha ribadito in un comunicato la propria contrarietà ma nello stesso tempo ha avanzato una serie di punti "irrinunciabili" per la trattativa sulle modalità di applicazione della direttiva. Tra questi il fatto che il pagamento non sia a carico né delle biblioteche né degli utenti, che sia quantificato il valore dei servizi che la biblioteca rende ad autori ed editori, che sia mantenuto il sistema di eccezioni (ad esempio per le biblioteche scolastiche, per quelle in comuni inferiori a 5000 abitanti, ecc.), che la fissazione dell'ammontare delle tariffe sia effettuata di concerto con le associazioni bibliotecarie, che gli autori possano rinunciare all'imposizione del "canone", e così via.

Più netta la posizione del "Commando" di bibliotecari contro il prestito a pagamento, ora ribattezzatosi "Plataforma Contra el Préstamo de Pago en Bibliotecas". In un comunicato il gruppo chiede al governo spagnolo di adoperarsi (insieme ad altri paesi europei) per una modifica della direttiva, e, se questo non fosse possibile, per una moratoria dell'applicazione. Una moratoria di 25 anni (o almeno fino a che gli standard bibliotecari spagnoli non raggiungano la media europea) era già stata richiesta il 6 aprile 2006 dalla Regione Castilla La Mancha.

lettera B con scritta bibliotecari
Il Commando invita poi ancora una volta gli autori spagnoli a pronunciarsi e i bibliotecari a promuovere manifestazioni di fronte al parlamento (Congreso dei diputados) quando verrà discusso l'emendamento alla "Ley del libro, la lectura y las bibliotecas", che conterrà il recepimento della direttiva. Intanto il Congreso ha ricevuto e ascoltato una delegazione di FESABID: che ha presentato una relazione [.pdf].
FESABID ha presentato degli emendamenti alla legge.
La "Plataforma Contra el Préstamo de Pago en Bibliotecas" ha anche approntato un volantino [.pdf] da distribuire in tutte le biblioteche e una cartolina [.pdf].

Anche sul fronte degli autori in Spagna (a differenza che in Italia) qualcosa si muove. Mentre spuntano, attirati dallo specchietto per le allodole della direttiva, alcune associazioni di autori e traduttori che chiedono la rapida introduzione del "canone", cominciano anche ad apparire su Internet e sulle pagine dei giornali le posizioni contrarie.
Ad esempio il noto giornalista e scrittore Andrés Aberasturi ha pubblicato un suo intervento, intitolato Suicidio culturale in cui dichiara che "come piccolo autore, abbastanza europeo e molto amante della lettura" prova una profonda vergogna e chiede che tutti i lettori che prendono in prestito un suo libro in biblioteca non solo non debbano essere costretti a sborsare un euro (né loro né lo stato per loro), ma ricevano il suo sentito ringraziamento.

José Antonio Millán, saggista e direttore editoriale, ha pubblicato nel suo blog "El futuro del libro" un intervento intitolato La notte dell'eclissi in cui, dopo aver ricordato le proprie esperienze di lettore in biblioteca, conclude che, come autore, considera un abuso rompere unilateralmente il patto che fino ad oggi ha legato scrittori e biblioteche.
Questa la proposta finale di Millán:

"A proposito di questo canone propongo un accordo: gli autori che hanno pubblicato prima della sua entrata in vigore, potranno essere letti gratuitamente in biblioteca. Quelli che pubblicheranno da oggi in poi, si pronuncino apertamente e dicano se vogliono percepire denaro per il prestito dei loro libri".

L'avvocato Javier de la Cueva, che ha promosso molte cause legali e petizioni contro l'introduzione del "canone" in Spagna, ha pubblicato un articolo su "El Pais digital" in cui si contesta per filo e per segno un altro caposaldo dell'offensiva sulla proprietà intellettuale: l'introduzione di una tassa sui supporti vergini per ogni registrazione audiovisuale. La risposta delle società di gestione dei diritti (SGAE) non si è fatta attendere...

Su "Educación y biblioteca" è apparso un articolo di Carlos Lapeña Morón "A vueltas con el canon" [.pdf], bibliotecario e scrittore, che potete leggere anche in traduzione italiana "Ci risiamo con il canone" (a cura di Valeria Rampulla).

Lo scrittore José Luis Sampedro ha "messo a disposizione della campagna contro il prestito a pagamento in biblioteca" un bel testo intitolato Por la lectura [disponibile anche in traduzione italiana] "Per la lettura". L'articolo può essere liberamente riprodotto e diffuso. Uscito il 3 marzo per larepublica.es. Lo scrittore doveva concedere in questi giorni una intervista alla TV Canaria e aveva rifiutato; ora si è dichiarato disponibile a tenerla nella sede della Biblioteca del Estado, a condizione che si parli del prestito a pagamento. E si veda anche: Una aberración di Joaquín Mª Aguirre.

"Non in nostro nome..." Su un testo dell'italospagnolo Carlo Frabetti si stanno raccogliendo adesioni da parte di autori e scrittori:

Las escritoras y los escritores abajo firmantes, conscientes de la importantísima función social de las bibliotecas públicas y de nuestra deuda con ellas, nos negamos rotundamente a cobrar un canon por el préstamo de nuestros libros...(leggi tutto)

  
Tra gli scrittori che hanno già sottoscritto figurano, oltre a Sampedro: Belèn Gopegui, Martín Garzo, Clara Janés, Fernando Arrabal, David Trueba, Lucia Etxebarria, Nuria Amat, Maruja Torres, ecc.

E per finire (?) potete leggere il testo della lettera a "El Pais" preparata da Pedro López López ("Biblioteche minacciate"). Lettere analoghe stanno per essere inviate a molti altri giornali. "El Pais" ha pubblicato aull'argomento anche un articolo [.pdf] di Soledad Gallego-Díaz.

BIBLIOTECAS AMENAZADAS 
Señor Director,

Recientemente, una sentencia del Tribunal Europeo de Justicia obliga a España a cumplir con la directiva 92/100, que grava el préstamo de libros en bibliotecas. La sentencia y la directiva siguen consolidando la "Europa de los mercaderes" que contempla impertérrita el progresivo acoso y derribo de los servicios públicos. En una vuelta de tuerca más en la lógica mercantilista, ahora las entidades de gestión, que representan fielmente los intereses de los grandes poderes editoriales, quieren cobrarnos por tomar prestado un libro de la biblioteca. En concepto de derechos de autor, se nos dice. No es cierto: la inmensísima mayoría de los autores no van a percibir un euro de lo que van a recaudar estas entidades y son más promocionados en las bibliotecas que en las librerías. Los derechos de autor ya están contemplados en el precio del libro. ¿Tenemos que consentir que haya que pagar también por el préstamo? ¿Y una vez aceptado este paso, cuál será el siguiente? De momento, se nos dice por parte del Ministerio de Cultura,  "no paga el usuario". ¿Entonces, quién paga, si las bibliotecas se financian con nuestros impuestos?  

Si seguimos aceptando la mercantilización de los servicios públicos y de los bienes comunes (como el conocimiento y la cultura, patrimonio social que está pasando a manos privadas),  no pasará mucho tiempo para que tengamos que pagar por respirar. Desde luego, así no se promociona la lectura; España es un país con bajo gasto social en bibliotecas y con pobres índices de lectura, y este nuevo impuesto es una desgraciada actuación que va a empeorar las cosas. No podemos consentir que la biblioteca, como bien público que tenemos que proteger, sufra este tipo de tropelías.


BIBLIOTECHE MINACCIATE
Signor Direttore:
Recentemente, una sentenza del Tribunale Europeo di Giustizia obbliga la Spagna a mettere in atto la direttiva 92/100, che grava il prestito dei libri in biblioteca. La sentenza e la direttiva consolidano l' "Europa dei mercanti"che contempla imperterrita il progressivo assedio e demolizione dei servizi pubblici. In un giro di dadi tipico della logica di mercato, oggi le entità di gestione, che rappresentano fedelmente gli interessi dei grandi poteri editoriali, vogliono guadagnare ogni qual volta prendiamo in prestito un libro dalla biblioteca. In nome del diritto d'autore, ci dicono. Non è così: la stragrande maggioranza degli autori non percepiranno un euro di quello che raccoglieranno queste entità mentre vengono maggiormente promossi nelle biblioteche che nelle librerie. I diritti d'autore sono già compresi nel prezzo del libro. Dobbiamo consentire che si paghi anche per il prestito? E una volta accettato questo passo, quale sarà il successivo? Per il momento, ci dicono dal Ministero della Cultura, "non paga l'utente". Allora, chi paga, se le biblioteche sono finanziate con le nostre tasse?

Se continuiamo ad accettare la mercificazione dei servizi pubblici e dei beni comuni (come la conoscenza e la cultura, patrimonio sociale che sta passando in mani private), non passerà molto tempo che dovremo pagare per respirare. Così non si promuove la lettura; la Spagna è un paese con una spesa sociale bassa nelle biblioteche e con indici di lettura poveri, e questa nuova tassa è una iniziativa disgraziata che peggiorerà le cose. Non possiamo consentire che la biblioteca, come bene pubblico che dobbiamo proteggere, soffra questo tipo di angherie.

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