L’ UNO E GLI ALTRI - 2a edizione. La gioia, la sofferenza, la morte: cosa ne dicono, oggi, le grandi religioni.jpg (13328 byte)

L’archeologia e l’antropologia hanno mostrato che gli esseri umani, sin dagli inizi della loro vicenda, storica e sociale, hanno collegato quanto di inesplicabile accadeva loro con la presenza e l’intervento del divino. Albero spoglio con pochi rami

Questo valeva per i fenomeni naturali, ma ancor di più per i grandi momenti dell’esistenza, dalla nascita fino al grande e irresolubile interrogativo della morte.

Le religioni, nel loro sviluppo storico, hanno sempre dovuto rispondere alle domande poste dalla presenza incombente della fine dell’esistenza terrena, all’insorgere improvviso e apparentemente immotivato della sofferenza e del dolore ed hanno anche cercato di dare un senso non casuale alla gioia ed alla felicità. Albero con quattro rami orizzontali di pari lungheza sulla destra e quattro simili sulla sinistra

All’inizio le risposte potevano essere, in un certo senso, semplici: Dio punisce i malvagi (con la sofferenza) e ricompensa i giusti (con la gioia e la prosperità). Ma allora, quale senso ha la sofferenza dell’innocente? e perché spesso (troppo spesso) il giusto viene perseguitato e il malvagio prospera fino alla fine dei suoi giorni terreni? E perché l’esistenza degli esseri umani viene fermata, spesso prima che si arrivi ad essere "sazi di giorni"? O forse la sofferenza del giusto ha senso come acquisizione di meriti che verranno riconosciuti solo dopo la fine dell’esistenza terrena? Albero spoglio con pochi rami

La grande angoscia che l’inspiegabile fenomeno della morte genera e porta con sé, è stata resa ancora più tremenda dal dubbio che le sofferenze della vita non abbiano un consolatore, che possa esistere un Dio che non risponde alle invocazioni delle sue creature. Albero con quattro rami orizzontali di pari lungheza sulla destra e quattro simili sulla sinistraNella tradizione biblica questa angoscia trova una grandiosa espressione nel libro di Giobbe ed in alcune composizioni raccolte nel libro dei Salmi, come ad esempio il

 

Salmo 13

Fino a quando o Signore
mi dimenticherai?
Sarà forse per sempre?
Fino a quando mi nasconderai il tuo volto?
Fino a quando avrò l’ansia
nell’anima
e l’affanno nel cuore tutto il giorno?
fino a quando s’innalzerà il nemico su di me?
Guarda, rispondimi, o Signore,
mio Dio!
Illumina i miei occhi perché io non
m’addormenti del sonno della morte

e il Salmo 22

Dio mio, Dio mio perché mi hai abbandonato?
Te ne stai lontano, senza soccorrermi,
senza dare ascolto alle parole del mio gemito!
Dio mio, io grido di giorno, ma tu non rispondi,
e anche di notte, senza interruzione
....
A te fui affidato fin dalla mia nascita
tu sei il mio Dio sin dal grembo di mia madre
non allontanarti da me perché l’angoscia è vicina
e non c’è alcuno che mi aiuti

E’ noto che le prime parole di questo Salmo sono anche , secondo la tradizione evangelica, le ultime parole pronunciate da Gesù di Nazareth prima della sua morte.Albero spoglio con pochi rami
Le nostre società secolarizzate, le nostre città che vivono di corsa, le nostre esistenze affannose sembrano aver lasciato poco spazio, e ancor meno tempo, per la riflessione su questi temi. Siamo, di fatto, abituati a vivere "come se Dio non esistesse". Eppure i grandi momenti dell’esistenza, compresa la fine di questa esistenza, sono ancora posti sotto l’egida del "religioso": la nascita, le nozze, la morte, la richiesta di intercessione e di aiuto, talvolta anche il ringraziamento, sono momenti in cui è facile varcare la porta di una chiesa. Per cercare che cosa? per ascoltare quali messaggi?

Quali risposte, dunque, hanno cercato di dare le grandi religioni a questi interrogativi e questi problemi? quali risposte danno oggi? E’ quanto ci proponiamo di verificare con questo secondo ciclo de L’Uno e gli altri. Ascolteremo quanto hanno detto le tre grandi religioni monoteistiche, l’ebraismo, l’islamismo e il cristianesimo (nei due aspetti della tradizione cattolica e del mondo protestante), approfondiremo una delle grandi tradizioni di pensiero dell’Oriente che in questi anni esercita un grande fascino anche in Italia, il buddhismo. E concluderemo con una novità: una serata sul pensiero laico. Il pensiero "laico", da almeno due secoli, si confronta con il pensiero "religioso" offrendo risposte diverse alle stesse domande. Il pensiero filosofico ha elaborato modelli di comportamento che prescindono dal fatto religioso e offrono agli esseri umani quadri di riferimento che si pongono come ugualmente validi e capaci di offrire senso e risposte ai quesiti che ci si poneva prima, ovviamente con specificità sue proprie. Albero con quattro rami orizzontali di pari lungheza sulla destra e quattro simili sulla sinistra

Vale dunque la pena indagare, in un confronto aperto e rispettoso delle diverse identità, quali siano i punti di contatto e quali le diversità tra questi grandi sistemi religiosi e di pensiero.

 

a cura di Gioachino Pistone

 


 pagina a cura di Gioachinio Pistone
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 ultima revisione
09/09/2002

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