|
biblioteche ed enti promotori
|
|
|
|
|
|
Elenco editori aderenti - Testimonianze
Sei un/una editore/editrice? Mandaci
una testimonianza da pubblicare
Marco Cassini , Minumum Fax
Amici di Cologno! Mi dispiace non essere lì, ma sono reduce dall'inventario del nostro magazzino e dopo aver passato una settimana a spostare scatole sono stato colto dalla tipica malattia che colpisce gli editori, l'ernia del libro.
Ora, noi tutti viviamo nell'epoca dell'ossimoro, questo ormai è chiaro. Dopo aver assimilato a fatica concetti che sfidano il canone di non contraddizione come "guerra santa", poi "guerra preventiva", e infine negli ultimi giorni, per dirne una delle tante, un presidente del consiglio che consiglia di evadere le tasse e che dice che i politici rubano tutti... be', ecco che arriva un'altra sfida: digerire l'idea del "prestito a pagamento".
Io non vorrei addentrarmi negli aspetti tecnici, legislativi della questione, perché non è mio compito, ma vorrei limitarmi agli aspetti puramente lessicali: ma come si fa a parlare di prestito se è a pagamento? Vabbé, l'idea stessa mi turba i sonni da qualche giorno, e forse è proprio per questa ragione che mi sono mezzo ammalato e non posso essere lì a manifestare contro questa legge strana. Ma sono (quasi) vivo, e lotto insieme a voi!
Personalmente, anche se faccio l'editore, e gli editori dovrebbero essere, insieme con gli autori, la categoria a cui vantaggio si propone il prestito a pagamento, io - da cittadino, da utente, da persona - non sono d'accordo con questa legge. Forse se tutte quelle tasse che il nostro presidente (editore, fra l'altro!) ci invita a evadere venissero pagate, ci sarebbe modo di dare qualche contributo pubblico in più, fra gli altri, anche alle biblioteche, che potrebbero così evitare di dover ricorrere al prestito a pagamento.
Buona protesta!
Fonte: messaggio personale dell'autore alla Biblioteca del 20.02.04
Luciano Simonelli, editore
IL TICKET IN BIBLIOTECA E' UNA AUTENTICA SCIOCCHEZZA: hanno ragione da vendere le biblioteche che non soltanto in Italia hanno promosso per lo
scorso 21 febbraio una giornata di protesta contro il fatto che si parla, appunto, "della possibilita' di introdurre un ticket per il
prestito in biblioteca". Una ipotesi a mio avviso e, spero anche ad avviso di tanti altri editori indipendenti, inaccettabile per chi abbia
davvero a cuore la diffusione della lettura. Ed e' per me una autentica scoperta leggere che dovrebbe esservi per Legge europea - ne ignoravo
totalmente l'esistenza e sarei lieto di saperne di piu' - una remunerazione degli autori e degli editori per prestiti effettuati in
biblioteca, remunerazione evidentemente disattesa da alcuni Paesi, Italia e Spagna compresi, se l'Unione Europea ha aperto contro di loro
un procedimento di infrazione. Anche una legge del genere e' una sciocchezza e forse sarebbe il caso di avviare a livello europeo una
raccolta di firme per abrogarla. La vera remunerazione per autori ed editori dalle biblioteche potrebbe avvenire soltanto se queste ultime
fossero fornite di mezzi sufficienti per svolgere compiutamente la loro missione ovvero mettere davvero a disposizione dei loro frequentatori
più libri possibile avendo le risorse per acquistarli. Sistemi bibliotecari da prendere ad esempio sono quelli inglese e statunitense.
E quei sistemi - dotati di mezzi adeguati - costituiscono davvero "uno zoccolo duro" nell'economia di ogni editore indipendente. Immaginate una
realtà in cui vi sono decine di migliaia di biblioteche attente a quanto si pubblica e con la possibilità di acquistare almeno una copia di
quanto esce. Il grande mercato delle biblioteche sarebbe una certezza nel mare dell'incertezza della distribuzione e delle librerie... Ma in
Italia ancora molta strada si deve fare in questo senso. Accanto a un nutrito numero di Biblioteche davvero serie e con il supporto economico
delle varie amministrazioni locali ve ne sono troppe altre che sopravvivono di volontariato e che inviano alle case editrici appelli
per ricevere libri in dono... No, cosi' si torna alla solita storia che, in Italia, nel mondo dei libri, comunque la rigiri, l'unico a pagare e'
sempre uno solo: l'editore. (22 febbraio 2004)
Fonte: tratto da Day by day Pubblicato con il consenso dell'autore
Andrea Giannasi, editore
Credo che la questione vada posta in termini differenti rispetto alla proposta avanzata e attuata in altri paesi europei.
La questione in Italia si gioca sulla gestione delle biblioteche pubbliche, spesso abbandonate a se stesse e senza adeguati finanziamenti e
investimenti. Dunque prima di affidarci a procedimenti Europei mi permetto di lanciare sul tavolo la problematica del ruolo e delle potenzialità perse legate alle biblioteche.
Ben vengano per gli editori ticketi di lettura, ma solo dopo la creazione di
una rete idonea di biblioteche funzionali e solo dopo aver "ricostruito" il
ruolo culturale delle stesse in molte città italiane.
Comunque in parte concordo sulla presa di posizione di Vigini. Le
biblioteche non sottraggono acquirenti di libri agli editori, ma sono gli
stessi editori a perdere i lettori per scelte editoriali sovente legate alle
mode e assolutamente discutibili dal punto di vista letterario.
Ma questa è un'altra vicenda.
Fonte: messaggio alla biblioteca 25.02.04
Rivisteria, rivista
Rivisteria ha aderito alla campagna lanciata dalle biblioteche contro il ventilato obbligo di pagamento del prestito di libri.
Sul sito abbiamo già da alcuni giorni messo in linea una bibliografia e dei link e sul prossimo numero di aprile verrà pubblicato un ampio dossier sul tema.
Fonte: messaggio inviato dalla rivista.
Edizioni Angolo Manzoni
COME EDITORI abbiamo fisiologicamente sostenuto il diritto alla lettura, abbiamo sempre collaborato con le biblioteche pubbliche, ci siamo sempre battuti per il diritto alla biblioteca per quanto ha dignità di stampa, ben lungi dal pretendere royalty. La direttiva UE ci pare miope burocrazia, da cui pensiamo editori e autori siano i primi a prendere le distanze. Aderiamo pienamente alla protesta della biblioteca di Cologno Monzese. E come Editori proponiamo una prima soluzione pratica: se le biblioteche acquistano direttamente dalle case editrici, le case editrici possono effettuare uno sconto maggiore al fine di coprire "l'equa remunerazione" agli autori.
Ma per la cultura si tratta di equa o di una "iniqua" remunerazione? Rivendichiamo un DIRITTO ALLA CULTURA che sentiamo naturalmente come DIRITTO ALLA LETTURA. Concludiamo ribadendo la nostra preoccupazione: è saggio, per motivi economici o al contrario per astratte questioni di principio - non abbiamo capito bene di che cosa si tratta -, è saggio ripetiamo rendere ancora più difficile l'accesso alle biblioteche in un paese in cui la "cultura della biblioteca" andrebbe in ogni modo incoraggiata?
Edizioni Marco Valerio
La logica del prestito a pagamento si traduce in un danno culturale e risponde a logiche del tutto estranee agli stessi interessi economici degli editori.
Fonte: dal form di adesione
|
|
|
|
|