:: Nati per leggere
Il lettore da cucciolo. Dieci amorevoli consigli
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il lettore è un bimbo libero
Tante volte ce ne siamo accorti: la lettura restituisce agli adulti
il gusto e l’innocenza di ritrovarsi un po’ bambini, in una
società in cui l’aspetto “infantile” degli adulti viene
considerato un vizio da nascondere o da sfogare nel modo
peggiore, con gli irrazionalismi e la litigiosità di cui il
mondo degli adulti dà spesso il pessimo esempio.
Leggere è un modo di sentirsi liberi, liberi anche dai
compiti e dai doveri dei nostri ruoli, liberi di
capovolgere il mondo, senza doverne rispondere a
nessuno. Farlo insieme ai nostri figli, nipoti, allievi o
piccoli amici, è un’esperienza entusiasmante, che richiede
però qualche avvertenza, per evitare di trasformare
un’esperienza di piacere e libertà in una caccia agli ostacoli
o in una trappola ansiogena. Ed è meglio cominciare presto, e
pensarci subito: prima ancora dei primi passi, prima delle prime
parole, prima del primo vagito…
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leggere in due è sognare insieme
Leggere in due è trasmettere un segreto, il segreto di un sogno: quello
della scoperta, del piacere, dell’emozione, rivelando all’altro che
cosa nella lettura ci tocca, scoprendo i nostri punti deboli,
facendo vedere come cambiamo leggendo. Per fare della
lettura il regno della libertà, occorre stabilire (entro un
territorio chiaramente delimitato) una assoluta
parità, occorre un vero patto fiduciario: chi ascolta
non deve sentirsi giudicato o interrogato, chi legge
deve dimenticare di essere un genitore o un parente e
diventare un compagno di avventura. Certo, quando
l’occhio scappa sull’orologio, e si scopre che un’ora è
passata, occorre riprendere la nostra divisa e dire al
piccolo: “Adesso, spegni la luce”. Ma non farà dispiacere a
nessuno sentirsi rispondere: “Ti prego, un’altra storia”.
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la lettura vien leggendo
Apprendere il piacere di leggere è una cosa diversa da imparare a leggere,
anche perché non è necessario saper leggere per sperimentarlo. Si legge
prima di imparare a leggere, attraverso il racconto delle storie della
buonanotte, attraverso il contatto con i libri, attraverso il gioco,
guardando le figure. Si diventa lettori leggendo. E vedendo, fin dalla
più tenera età, intorno a sé altre persone che leggono, che appena
hanno un minuto libero sprofondano nella lettura, che se hanno un
dubbio consultano un vocabolario, che trattano i libri come amici e
gli amici come libri. Lo scrittore Elias Canetti racconta ne La
lingua salvata, come da piccolo, una volta spenta la luce e ricevuto
il bacio della buonanotte della mamma, aspettava che lei si recasse
in soggiorno, sentiva scattare l’interruttore della luce, udiva lo
scricchiolio della sedia e quello del volume aperto sul tavolo. Ora,
sicuro che per nulla al mondo la mamma si sarebbe alzata, estraeva
una piccola pila tascabile con cui leggeva di nascosto sotto le coperte.
Dalla porta socchiusa gli arrivava una sottile lama di luce: nella stanza
accanto sapeva che la mamma, finalmente sola, leggeva e leggeva…
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capire non è tutto
“E’ troppo piccolo, non capirebbe…” “Ma se non sa
nemmeno parlare…” “Mi sembra quasi di leggere da solo”:
tante volte abbiamo sentito o formulato dentro di noi queste
obiezioni. Eppure non c’è un’età “minima” per cominciare
a leggere, per sfogliare un libro, per ascoltare una
storia letta. Non si capisce niente? Ma si percepisce
il ritmo, la musica della voce, del respiro, la danza
degli occhi. Non si capisce tutto? Ma quando mai,
anche da grandi, di un libro e in un libro abbiamo
davvero capito tutto...? E poi capire un racconto, una
storia, una parola vuole dire prima di tutto viverla e
condividerla: sentirla sulla propria pelle, come una
carezza.
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un libro si odora si gusta si tocca
E non è neanche obbligatorio leggerlo. Anzi diciamo subito
che di obbligatorio in un libro, in un bel libro, in un libro che
si legge per piacere e con piacere, non c’è proprio niente. Un
libro prima di leggerlo o invece di leggerlo, lo possiamo
odorare, toccare, manipolare. Anche morderlo. Oggi
l’editoria per bambini, anche in Italia, produce libri
bellissimi per tutte le taglie e per tutte le stagioni. Ci sono
libri di gomma, di velluto, di sughero; ci sono libri soffici,
libri che galleggiano, libri con le ruote, libri con i buchi,
libri a strati, libri da mangiare; libri che luccicano, che
suonano, che si accendono. Libri che alla fine un bambino si
domanda: è talmente strano è talmente bello che vorrei
proprio sapere cosa c’è dentro. Ma, come si apre?
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andare insieme in libreria e in biblioteca
Per aprire un libro ci vuole curiosità e familiarità.
Bisogna averci un po’ di confidenza. Bisogna imparare a
conoscerli. Montarli, smontarli. E per farlo non c’è nulla
di meglio che una visita, una visita frequente, alla libreria
e alla biblioteca. Insieme, con i bambini, appena sono in
grado di gattonare tra gli scaffali. Perché se i libri li
scodellano i grandi e i bambini se li trovano serviti (se non
imposti) succede che i bambini vivono i libri come “i regali
delle zie”: sempre gli stessi vecchi libri e loro che sognavano
la playstation! Facciamo il contrario. Facciamo che i bambini
vanno in libreria e in biblioteca ad approvvigionarsi e alle zie
non resta che regalare giochi di playstation, sempre gli stessi
vecchi giochi di playstation!
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libri adatti...
C’è la smorfia del genitore molto posato e giustamente preoccupato e la
smorfia del ragazzo, ormai cresciutello, con la voce un po’ chioccia e
un’ombra di baffi sotto il naso. Sono diverse in tutto ma simili nel
prendere le distanze da quel pericoloso oggetto stampato. Il primo
vuole significare “Sarà adatto questo libro per il mio cucciolo?” E il
secondo: “Cos’è questa roba da bambini?” (o magari: da femmine?).
Non è il caso di montare in cattedra per spiegare che la letteratura
per ragazzi, se è letteratura, non ha età. Che raramente un libro,
anche se è “per grandi”, perfino se dentro c’è una parolaccia o
un’allusione sessuale (che magari cogliamo solo noi), danneggia
una giovane mente in formazione. Che se la lettura è donna è
perché i maschi sono un po’ … indietro. No, non servono
lezioni. Serve l’esempio. Serve che l’amico del cuore un
giorno non si presenti alla partita di pallone perché aveva da
fare (e si scopre che aveva …da leggere). Serve che la ragazzina
cui rivolge i primi timidi sguardi di ammirazione, gli dica a
bruciapelo: “Hai letto…?” o “Io lo so perché l’ho letto…”. Serve
che noi, gli adulti, rendiamo possibile tutto questo.
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...e lettori disadattati
Se però vi interessa trovare delle “letture adatte” ad ogni fascia di età
(e ricordato che adatto non vuol dire obbligato o obbligatorio) in
biblioteca potete trovarle, insieme a bibliografie, suggerimenti di
lettura e molto altro. Vi sono case editrici che differenziano per
età le loro collane. E’ tutto molto utile, salvo appunto farne
delle gabbie da cui non si può uscire. Adattare la lettura al
(piccolo) lettore è un ottimo principio, ma non facciamone
dei lettori (dis)adattati solo perché leggono fuori dai confini.
E ricordiamoci che gli sbarramenti di età non sono il massimo
nemmeno per l’apprendimento della lettura e del linguaggio. A
due anni la lallazione, a cinque l’alfabetizzazione, a sette la
comprensione…
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oddio mio figlio non legge!
Per scoprire a un certo punto che, oddio, il
bambino non legge ancora, il ragazzo non legge
più, non sarà per caso dislessico, non sarà un
analfabeta onorario, non sarà un poco anormale?
No, è molto normale, è assolutamente normale che
uno abbia i suoi ritmi di apprendimento, le sue fasi di
latenza, i suoi rifiuti, le sue abbuffate… Si diventa
grandi così, si diventa lettori così. Solo teniamo i piccoli
e i meno piccoli al riparo dall’ansia di prestazione, dagli
esami, dalle interrogazioni: ce ne saranno tante, nella vita!
La lettura, lasciamola fuori.
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oddio mio figlio legge!
A volte la preoccupazione (magari per altri tipi di adulti e di
genitori) è l’inversa. Il ragazzo sta lì sempre buttato sul
letto o chiuso nella sua stanza… Cosa fa? Legge. Ma gli
amici, la socializzazione, giocare a pallone, scendere giù in
giardino…? Di nuovo il dubbio: sarà normale? Insomma:
lasciateli leggere, lasciateci leggere. Sulla lettura si addensano
sempre ansie e pregiudizi che hanno origine altrove. La lettura ci
isola. Ma se con un libro facciamo il giro del mondo in dodici ore, ma
se con la lettura non siamo mai soli. Non si impara sui libri ma
dalla vita. E nella vita ci sono i libri, per fortuna. E non sono
fatti solo per imparare. Ma per divertirsi, per ridere, per
piangere, per provare paura, per trovare consolazione, per essere
felici. O forse è qui il problema? E’ che non è tanto normale
essere felici?
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